Nella bozza della Legge di Bilancio 2026, è presente una proposta che riguarda la continuità delle misure Transizione 4.0 e 5.0.
Come le precedenti misure, anche questa vuole premiare le imprese che investono in beni che garantiscono una trasformazione tecnologica e, nel caso della 5.0,l’efficientamento dell’impresa stessa sotto il profilo energetico.
IL NUOVO INCENTIVO 4.0
Dopo diversi anni di crediti d’imposta, la proposta per il 2026 è quella di incentivare gli acquisti grazie alla valorizzazione con iperammortamento (abbiamo spiegato la differenza in questo articolo).
Per i beni4.0 (materiali e immateriali) e per gli impianti di produzione di energia rinnovabile, la proposta prevede di valorizzare il bene con quote di ammortamento pari a:
- +180%per investimenti ≤€ 2,5milioni
- +100%per investimenti > € 2,5 milioni e fino a € 10 milioni
- +50% per investimenti > € 10 milioni e fino a € 20 milioni
IL NUOVO INCENTIVO 5.0
Nel caso in cui gli investimenti comportino anche un efficientamento dei sistemi produttivi*, il costo fiscale del bene verrà valorizzato (sempre stando alla proposta in bozza) secondo le seguenti quote di ammortamento:
- +220%per investimenti ≤€ 2,5milioni
- +140%per investimenti > € 2,5 milioni e fino a € 10 milioni
- +90% per investimenti > € 10 milioni e fino a € 20 milioni
*l’efficientamento è calcolato con una riduzione dei consumi dell’intera struttura produttiva di almeno il 3% oppure di almeno il 5% dei consumi dei processi produttivi interessati dall’investimento. Il calcolo della riduzione dei consumi è inteso a parità di produzione.
CHE COSA SIGNIFICA?
Un bene che costa € 100.000 e viene ammortizzato (ad esempio) in 5 anni, a livello contabile avrà un costo fiscale di € 20.000 per ognuno dei 5 anni.
Attraverso l’iperammortamento, il bene 4.0 non avrà un costo fiscale di € 20.000 bensì di€ 56.000 (20.000+20.000*180%) per ognuno dei 5 anni. Se l’investimento comporta una riduzione dei consumi ≥3%per l’intera struttura produttiva o ≥5%del processo produttivo interessato, avrà un costo fiscale di € 64.000(20.000+20.000*220%) per ognuno dei 5 anni.
COSA CAMBIA RISPETTO AL CREDITO D’IMPOSTA?
Per quanto riguarda le differenze concettuali, abbiamo approfondito l’argomento all’interno di questo articolo dedicato.
A livello numerico e di effettivo risparmio delle imprese, la questione si complica e non di poco.
Infatti, valorizzare il costo di un bene ha come scopo quello di ridurre il valore dell’utile fiscale, la base imponibile sulla quale vengono calcolate le tasse che le imprese andranno a pagare.
Le stime già proposte si rifanno all’IRES che le imprese di capitali pagano allo stato.
UN’IPOTESI NUMERICA
Rifacendoci al calcolo proposto dall’Innovation Post (testata divulgativa in materia di incentivi 4.0 e 5.0), il beneficio fiscale individuato sul singolo investimento, calcolato sull’IRES 24%, è il seguente:
Va sottolineato che il beneficio individuato riguarda il singolo investimento e solamente per le società di capitali, che seguono la tassazione IRES al 24%. Per le società di persone, che seguono la tassazione IRPEF a scaglioni, la situazione è variegata. Non sono considerate altre imposte e oneri calcolati sull’utile fiscale, come ad esempio l’IRAP.
COSA CI ASPETTIAMO
Sempre rifacendoci alle considerazioni proposte da Franco Canna, fondatore dell’Innovation post, per il funzionamento stesso dell’iperammortamento questa misura risulterà meno appetibile per molte imprese, in particolare le imprese che hanno già poco utile e non hanno bisogno di abbatterlo o che sono in perdita.
Secondo Canna, la misura risulterà effettivamente percorribile per il 3,8% delle società di capitale presenti in Italia.





